Scorrendo le pagine dei giornali può capitare anche di imbattersi in lettere come queste…
http://www.ilmattino.it/articolo.php?id=93478&sez=MAIL
Lettere piene di sgomento, rabbia e speranze frustrate…
Vorrei risponderti in maniera esaustiva e rassicurante , ma non lo so fare. Se mai dovessi un giorno leggere queste parole che sto scrivendo sappi che non sei la sola a pensare queste cose, nè l’unica ad avere questi dubbi e queste frustrazioni, segno evidente di come tu ami la tua terra e vorresti fare qualcosa per cambiare le cose…
Il discorso da fare sarebbe ampio e dovrebbe inziaire da tempi lontani, da quando cioè , ben 150 anni fa, alcuni personaggi ti han tolto il futuro, modificandolo per sempre, senza neanche farsene accorgere. Quello che molti vedono come il punto più alto della nostra storia, ovvero l’Unità di Italia, è la vera motivazione di una situazione che poi col tempo è degenerata senza freno, complice anche una politica centrale lassista ed una politica locale disastrosa. La guerra di occupazione portata avanti da Garibaldi e soci, con l’aiuto dei francesi, è alla base del processo di disgregazione econonomica e sociale che ha portato il nostro territorio, il nostro Sud, ad essere semplicemente colonia di uno Stato che non ci appartiene, a diventare una fucina di “schiavi moderni” (prima erano solo operai che andavano ad ingrossare la fabbriche del nord,ora anche professionisti e laureati…) pronti col proprio lavoro ad arricchire altri luoghi e altre persone, a diventare una terra da cui, come dici tu, si può solo fuggire, abbandonandola…
Abbandonare la propria terra per cercare una felicità lavorativa, tralasciando gli affetti che comunque si lasciano nel posto in cui si è nati e cresciuti, è semplicemente barbaro. E’ il segno dei tempi più lampante della follia della nostra società e del nostro sistema economico,pronto a creare zone di ombra dove poter prelevare mano d’opera a basso costo (non parlo solo della Romania o della Cina, ma anche di Volla e Casavatore, di Lecce o di Acireale) da riversare in luoghi più ricchi, più attraenti, dove si “deve” andare per poter lavorare…
Fa rabbia dover andar via, abbandonare la terra che ti ha comunque volente o nolente aiutato a crescere.E’ ingiusto semplicemente.
Quali sono le soluzioni allora da adottare? Non lo so.Io so solo che non mi arrenderò e non accetterò supinamente ciò che altre persone, in altri luoghi, han deciso per il mio futuro.
Discorso teorico lo so, perchè poi la necessità di lavorare spesso prende il sopravvento su tutti gli ideali e i pensieri…
Ma bisogna impegnarsi nel proprio piccolo,nelle proprie azioni quotidiane, perchè le cose possano cambiare, impegnandosi anche in prima persona politicamente se necessario…
E’ una questione di dignità, di orgoglio e di giustizia. Non voglio che i miei figli possano crescere in terre dove la maggioranza delle persone pensa che noi meridionali siamo la feccia della gente (perchè i risultati elettorali nelle zone del ricco e civile nord italia questo dicono,vedasi voti che prende la Lega…), salvo poi accoglierli a braccia aperte quando si tratta di farli lavorare per ottenrne profitti.
Io non ci sto, e lo dico a voce alta, senza vergogna.
In bocca al lupo per tutto a te e a tuo fratello…
Pubblicato su Osservatorio sulla città